Facing Grace: L’Arte vitrea di Simon Berger in mostra a Treviso
Nella cornice trevigiana della casa nobiliare Ca’ Robegan, sono stata incaricata di creare contenuti fotografici per l’inaugurazione della mostra “Facing Grace” dell’artista svizzero Simon Berger, organizzata da Cris Contini Contemporary in collaborazione con il Comune di Treviso.
Simon Berger pratica un’arte che consiste nella distruzione mirata del vetro attraverso il martello, un gesto iconoclasta che potrebbe sembrare controintuitivo nell’ambito dell’arte. Ma nella frammentazione, emergono invece opere che testimoniano la bellezza insita nella distruzione, aprendo una nuova prospettiva sulla creazione artistica.
Mi sono trovata a varcare la soglia di un universo artistico straordinariamente unico, dove il vetro con la sua natura fredda e rigida, si trasforma in un medium sorprendentemente sensibile nelle mani di Simon Berger.
Un modo di creare disintegrando che diventa una sintesi inedita di pittura, scultura e disegno.
La Classicità Interpretata in Chiave Moderna da Simon Berger
Facing Grace ha posto l’attenzione su un capitolo preciso del percorso artistico di Simon Berger: la reinterpretazione dei capolavori classici attraverso la sua lente vitrea contemporanea.
Un trio mitologico accoglie i visitatori all’ingresso di Casa Robegan, Eufrosine, Aglaea e Thalia, le Tre Grazie appartenenti alla mitologia greca e romana, emblemi della raffinatezza e virtuosità.
Esse preparano il terreno per la mostra e sono poste in una impalcatura auto-portante che vuole isolare le immagini dalle pareti. L’obiettivo è quello di liberare l’arte dalle convenzioni spaziali, conferendogli l’aspetto di un laboratorio dove i visitatori possono muoversi attorno alle opere per scoprire nuove prospettive.
La massima espressione di questo concetto si materializza in un’opera esposta all’esterno, appositamente posizionata per essere contemplata da un altro suggestivo punto di vista. Una impalcatura, completata da una scala, consente al pubblico di salire ad un altro livello per osservare l’opera da una prospettiva unica.
La bellezza di un viso femminile emerge gradualmente, frutto dell’abile sovrapposizione di lastre di vetro, che creano uno straordinario mosaico visivo.
Proseguendo al primo piano, un’installazione cubica rappresenta Antonio Canova da ogni angolazione.Elogiato come il scultore italiano più degno di nota della fine del XVIII secolo, ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte.
Simon Berger qui però on libera volumi dalla materia, ma ne libera sembianze, che si manifestano allo stesso tempo piatte e voluminose. Il viso è reso da un cubo sui cui lati vengono esposti quattro istantanee da quattro punti di vista del volto.
Questa visione bidimensionale dell’opera tridimensionale del Rinascimento, diventa un omaggio tangibile alla maestria di Canova, che sfida la percezione e l’osservazione attraverso pittura scolpita e scultura dipinta.
La mostra si arricchisce ulteriormente con la presenza della rivisitazione della Venere di Botticelli, venerata come la più bella tra tutte le dee. In un intricato gioco di colori e dettagli, l’artista smonta e sovrappone pannelli di vetro, creando un’immagine stratificata che si completa solo nell’insieme.
Le varie parti del corpo vengono isolate e messe in evidenza, sfidando i modi tradizionali di osservare e interpretare l’arte: la sovrapposizione delle lastre svela l’estetica complessa del dipinto originale e introduce strati di significato. Allo spettatore viene richiesto un coinvolgimento attivo per svelarne appieno la bellezza e il significato profondo.
Il confronto con Canova si fa particolarmente tangibile nell’ultima sala della mostra, quando Simon Berger si ispira alle “Tre Grazie”. Attraverso la tecnica innovativa della ‘morfogenesi’, le Grazie vengono scomposte e poi ricomposte su tele di vetro scolpite, dando vita a ritratti scultorei bidimensionali.
Attraverso questa rappresentazione dinamica delle Tre Grazie, l’artista non solo rinnova l’interpretazione di un capolavoro classico, ma sfida anche la staticità dell’arte tradizionale. Simon Berger conferisce nuova vita al celebre trio isolando le loro caratteristiche individuali, creando così una meta-immagine che riempie la sala.
Si vive l’opera in una duplice modalità, vedendola e attraversandola – e non solo con lo sguardo come siamo già abituati a fare con il vetro in generale, ma anche fisicamente. In questo modo, le Tre Grazie appaiono separate e unite simultaneamente, disgiunte e congiunte in base alla posizione dello spettatore.
La Bellezza nell’Arte della Distruzione di Simon Berger
La nevrosi intrinseca nella tecnica di Simon Berger, messa in evidenza in modo eloquente dal critico d’arte Pasquale Lettieri durante l’evento, diviene il punto di partenza per una riflessione profonda sulla bellezza che si eleva dalla distruzione mirata. L’analisi di Lettieri svela le complesse sfaccettature di questa tecnica, evidenziando un processo creativo carico di tensioni e contrasti.
La radice latina della parola “bello”, tracciata fino a “bellum” che significa scontro, assume una rilevanza fondamentale. Questa etimologia si trasforma in una chiave interpretativa essenziale, aprendo una finestra sul dialogo intrinseco tra la distruzione e la creazione all’interno dell’universo artistico di Simon Berger.
Vi consiglio questa esperienza visiva in forma di mostra perché va oltre la semplice osservazione delle opere di Simon Berger: permette di immergersi nel riflesso e nella profondità del significato della bellezza.
La mostra, a cura di Sandrine Welte e Pasquale Lettieri e sostenuta da Cristian Contini e Fulvio Granocchia, fa parte del programma culturale patrocinato dall’amministrazione e supportato da Banca Prealpi SanBiagio. Vi lascio qui di seguito tutte le informazioni per andarla a vedere!
Mostra “SIMON BERGER. FACING GRACE”
Casa Robegan, Via Antonio Canova, 38
dal 15 dicembre 2023 al 11 febbraio 2024
Orari di apertura:
Mercoledì, giovedì e venerdì: 15:00-18:00
Sabato e domenica: 10:00-18:00
Ingresso libero
Se non volete perdervi nessuno dei miei viaggi e viverli in tempo reale con me, seguitemi su Instagram: mi trovate come @jessicazufferli!