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SPOT ON … Less is More

Sembra un paradosso questa celebre affermazione, coniata in inglese dall’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe. Ad ispirarlo un principio,“Less is more”, che in lingua inglese significa letteralmente “meno è di più”. Una filosofia che, dal settore dell’architettura, ha trovato successivamente impiego anche in altri ambiti, soprattutto nel campo della comunicazione.

Secondo questo concetto, che trova oggi applicazione persino sul lavoro e nella vita quotidiana, il valore aggiunto si costruisce sul concetto dell’essenzialità. Questo risultato diventa raggiungibile soltanto una volta capito davvero cosa sia utile e necessario e cosa invece sia superfluo ed eliminabile.

Ci tengo a sottolineare che una cosa è semplice quando funziona bene, in modo chiaro. Diverso è il significato di “facile” che spesso, nel mio campo, diventa sinonimo di banale.

Siamo tutti sovraccarichi di informazioni, comunicazioni e intrattenimento, tanto che i nostri limiti di attenzione stanno diventando sempre più brevi. Ma questo lo sapevamo già.
Il passo successivo è renderci conto che spendiamo sempre più tempo a generare contenuti per i quali le persone hanno sempre meno attenzione e interesse.

Non sarebbe quindi meglio concentrarci sul fare apparentemente meno e avere un impatto maggiore, puntando quindi alla qualità e non alla quantità?

Recenti studi dimostrano che se da un lato una comunicazione continua ricorda al pubblico l’esistenza di una realtà, l’onnipresenza crea insensibilità e scarsa attenzione a ciò che gli viene comunicato.

Ovviamente i grandi big ci sono già arrivati e ci spianano la strada in questo senso. Prendiamo Apple. Apple ha una strategia di comunicazione decisamente minimalista. Comunicano solo quando hanno qualcosa di importante da dire e quando dico importante, non intendo importante per Apple, ma per i suoi clienti.
Il polo dell’attenzione viene sempre più spinto verso il pubblico, che determina con la sua interpretazione e i suoi successivi comportamenti, la riuscita di un messaggio.

Il risultato di questo tipo di strategia, basata sul “Less is more”, genera quello che in gergo viene chiamato “vuoto mediatico”. Sapete cosa succede quando viene percepito il silenzio al posto delle informazioni che la gente vuole sapere? Si crea curiosità, interesse e attesa.

E succede solo quando si sa mancare.

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